A partire dagli anni 2000 i programmi di incrocio hanno avuto un notevole impulso dalla informazioni derivanti dal sequenziamento del genoma della vite e dagli studi di genetica. Se ne parlerà al convegno a cura di Coldiretti Veneto.
Programmi di incrocio controllato per la creazione di viti resistenti alle malattie sono attivi in 25 Centri di ricerca in Europa, a testimonianza dell’urgenza di iniziare e fornire soluzioni al problema delle malattie della vite portate dal nuovo mondo a metà del 1800.
A partire dagli anni 2000 questi programmi di incrocio hanno avuto un notevole impulso dalla informazioni derivanti dal sequenziamento del genoma della vite (2007) cui ha dato un grande contributo l'IGA e dagli studi di genetica sul controllo dei principali caratteri, incluse le resistenze.
Oggi le varietà resistenti registrate in Europa sono circa 370 e di queste numerose sono quelle autorizzate dalle diverse amministrazioni ed effettivamente coltivate nella UE e fuori della UE.
Tra queste rientrano le 10 varietà di vite licenziate dall’Università di Udine in collaborazione con l’Istituto di Genomica Applicata, i cui diritti di moltiplicazione sono stati ceduti ai Vivai Cooperativi di Rauscedo, leader mondiale nella produzione di barbatelle innestate. Di queste nuove varietà si parlerà al convegno e di come queste possono dare un contributo ad una viticoltura sostenibile dal punto di vista ambientale e attenta alle esigenze dei consumatori.